Con grande soddisfazione, Green Impact, Animal Law Italia e Fondazione Cave Canem accolgono la prima approvazione, alla Camera dei Deputati, nella seduta di ieri, mercoledì 20 novembre, del disegno di legge che modifica le norme del codice penale e del codice di procedura penale prevedendo nuove tutele a favore degli animali e che introduce a livello nazionale il divieto di tenere legati animali d’affezione “con la catena o con altro strumento di contenzione similare che ne impedisca il movimento” (articolo 10).
Ora il testo dell’AC 30, a prima firma dell’On.le Michela Vittoria Brambilla, dovrà passare lo scrutinio del Senato prima di divenire ufficialmente legge.
VERSO IL DIVIETO DI TENERE I CANI ALLA CATENA
Che sia stato adottato, comprato, salvato o altrimenti acquisito, il “migliore amico dell’uomo”, a prescindere dalla razza, dal sesso e dall’età, rischia sempre di condurre una vita misera legato a una catena. Oggi, nella maggior parte dei paesi dell’UE e in alcune regioni italiane, nonostante l’accresciuta sensibilità dei cittadini al benessere degli animali e alle loro esigenze etologiche, diverse migliaia di cani sono tenuti alla catena per lunghi periodi di tempo, spesso per tutta la loro vita.
È indispensabile che le leggi sulla tutela e sul rispetto degli animali siano formulate in modo chiaro e rigoroso.
La situazione nelle regioni italiane…
•Campania, Umbria e Marche hanno una normativa che prevede il divieto assoluto di detenzione di cani alla catena;
•Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Lombardia, Abruzzo, Provincia Autonoma di Trento hanno una normativa che prevede delle eccezioni specifiche e circoscritte al divieto;
•Sicilia, Basilicata e Liguria non hanno una normativa sul tema;
•Le rimanenti Regioni e Provincia Autonoma di Bolzano hanno una normativa desueta e formulata in maniera vaga ed inefficace, che. permette la detenzione a catena senza limiti di tempo o con limiti di tempo esageratamente prolungati (fino a 12 ore al giorno), caratteristica che finisce per inficiarne l’applicazione e limitare la possibilità di controlli e sanzioni.
•In Toscana è vietata la custodia di cani a catena o con altro strumento di contenzione permanente fino al 30 settembre 2023. Tale ordinanza è stata adottata anche nell’estate del 2022.
Si raccomanda una rapida revisione delle normative regionali esistenti sulla base dei modelli di Umbria, Campania e Marche, oppure sul modello di Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna, Abruzzo e Puglia – con l’adozione di relativi sistemi sanzionatori. Tuttavia, si segnala che le norme approvate da questo secondo blocco di cinque Regioni prevedono delle deroghe, che andrebbero meglio circostanziate: le stesse sono previste per motivi veterinari e per motivi di sicurezza (non meglio dettagliati), tuttavia la temporalità di tale misure andrebbe specificata.
Ad agosto 2021, anche la regione Lazio è entrata a far parte dell’elenco delle regioni che vietano la detenzione dei cane alla catena.
VERSO IL DIVIETO DI TENERE I CANI ALLA CATENA
COMUNICATO STAMPA
Cani a catena in Italia, Europa, Paesi Extra UE: presentato il 1° rapporto realizzato da Green Impact e Save the Dogs
Gravi disparità tra le Regioni italiane. Campania e Umbria le legislazioni migliori. Liguria, Sicilia e Basilicata prive di regolamentazione.
Austria, Svezia e California modelli di riferimento in Europa e nel mondo.
COMUNICATO STAMPA
LUGLIO 2022
COMUNICATO STAMPA
2021
COPERTURA RASSEGNA STAMPA
DEL RAPPORTO
MARZO – GIUGNO 2021
Scarica le tabelle contenute nel rapporto "Verso il divieto di tenere i cani alla catena"
Scarica la versione completa del rapporto "Verso il divieto di tenere i cani alla catena"
Scarica i contributi di: Prof. Adam Miklosi, Dott.ssa Regina Binder, Dott. Alexandre Barchiesi, Dott. Alessandro Fazzi e Dott.ssa Gaia Angelini, Prof. Enrico Alleva, Dott.ssa Heather Rally.